Riepilogo carrello
Il tuo carrello è vuoto
Prodotti nel carrello: 0
Totale prodotti: € 0,00
04/11/2025
Agnone (Molise), 9 giugno 2025 – Lupo attacca bambina Italia: queste parole stanno diventando un incubo sempre più ricorrente nelle cronache nazionali.
Con la popolazione di lupi che ha superato i 3.300 esemplari in Italia – un boom del 20% negli ultimi cinque anni dovuto alle protezioni UE – i predatori selvatici stanno invadendo periferie e centri storici, spinti da un sovrannumero critico e dalla scarsità di prede naturali. In borghi e città come Agnone, nel cuore del Molise, il rischio per i bambini e i giovani è palpabile: branchi affamati, "confidenti" per via di rifiuti urbani e avanzi umani, vedono i più piccoli come opportunità facili.
L'ultimo attacco lupo Molise, datato giugno 2025, è un'accusa contro una gestione inadeguata della fauna selvatica.
Una 16enne azzannata in pieno centro da una lupa con cuccioli: un morso lieve, ma un trauma che riecheggia il dibattito su come bilanciare conservazione e sicurezza quotidiana.
Immaginate una serata molisana d'inizio estate: aria mite, risate tra amici, le luci soffuse del Teatro Italo-Argentino che illuminano le scalinate storiche.
È qui, tra l'8 e il 9 giugno 2025, che l'idillio si è infranto. Agnone, con i suoi 5.000 abitanti e le tradizioni di campane e peltro, è un gioiello incastonato nei boschi del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise – un paradiso per escursionisti, ma anche un crocevia per i lupi in espansione.
La vittima, una 16enne del posto che chiameremo Anna per privacy, era immersa in una chiacchierata spensierata con una quindicina di coetanei.
Poco prima di mezzanotte, la lupa – un maschio adulto?
No, fonti locali correggono: una femmina con due cuccioli al seguito, avvistata da dicembre 2024 mentre si aggirava famelica tra i vicoli – è balzata fuori dalla vegetazione adiacente.
Attratta dai rumori del gruppo o dai residui organici sparsi (un panino dimenticato, forse), l'animale ha colpito alle spalle la ragazza.
Il morso al polpaccio sinistro è stato rapido e superficiale: graffi profondi, escoriazioni sanguinanti, jeans lacerati.
"Ho sentito solo un bruciore, poi il panico", ha raccontato Anna al nostro inviato, la voce ancora incrinata dal ricordo.
L'urlo ha mobilitato i compagni: grida, bastoni improvvisati – rami secchi, bottiglie – hanno costretto la lupa a indietreggiare, ringhiando verso i boschi limitrofi. Nessun'altra vittima, per fortuna. I genitori, allertati dal trambusto, hanno caricato la figlia su un'auto e sfrecciato all'ospedale "G. Caracciolo" di Agnone.
Spray urticante contro i lupi
SCOPRI ORA!
Al pronto soccorso, la diagnosi è stata netta: lesioni lievi, nessuna lesione vascolare.
Profilassi antirabbica somministrata – protocollo standard, visto che la rabbia è assente in Italia dal 2011 – e una notte di osservazione. Dimessa il mattino dopo con sette giorni di prognosi,
Anna ha ripreso la routine scolastica, ma il peso psicologico persiste. "Mia figlia evita le uscite serali, controlla ogni ombra", confida la madre, un'insegnante locale. "Qui da noi, i boschi sono vicini, ma non pensavamo arrivassero così al centro".
La lupa non era un'estranea. Segnalata da famiglie – inclusa una a ridosso della macchia – per aver frugato in cassonetti, nutrendosi di avanzi di pane e carne offerti con ingenuità, aveva perso il timore naturale.
Esperti di ARC (Associazione per la Rimozione dei Carnivori) lo definiscono "abituazione letale": un predatore che, con cuccioli da proteggere e pancia vuota, interpreta i giovani umani come minacce o prede. "In zone antropizzate, è una ricetta per il disastro", avverte il presidente ARC, Dino Rossi.
Agnone non è un'isola. Il Molise, con i suoi branchi in crescita, ha contato almeno cinque avvistamenti "confidenti" nel 2025 pre-incidente.
Carabinieri Forestali e Regione hanno risposto con perlustrazioni: droni, fototrappole.
La lupa è stata catturata il 10 giugno da una pattuglia Norm e trasferita al Parco del Matese per quarantena – no all'abbattimento, protetta dalla Direttiva Habitat UE che concede deroghe solo per "danni gravi e ripetuti".
A livello Italia, lupo attacca bambino 2025 resta raro: dal 2020, solo 2-3 casi confermati su minori, nessuno mortale, contro 19 aggressioni umane totali dal 2017.
Precedenti? Il DNA ha inchiodato episodi 2024, come il morso a una bimba di 4 anni a Casalbordino (Chieti).
In Europa, picchi in Grecia e Kosovo. Ma i numeri Ispra allarmano: branchi da 1.400 a 3.300 in dieci anni, con segnalazioni urbane +30%. "La scarsità di ungulati spinge i lupi verso i rifiuti", spiega Giorgio Mattei, biologo all'Università di Roma Tre. "Utile per l'ecosistema, ma rischioso per noi".
Il sindaco di Agnone, in assemblea pubblica, ha tuonato: "Recinti elettrificati, campagne anti-alimentazione: basta invasioni!".
Animalisti WWF ribattono: "L'uomo invade i loro habitat; educazione, non armi". Un emendamento leghista di marzo apre alla caccia selettiva (160 esemplari "problematici" entro fine anno), ma la burocrazia frena.
Per famiglie e sindaci, come difendersi da un lupo in Italia?
Ispra consiglia: non nutrire la fauna, usare app per segnalazioni rapide, vigilanza genitoriale al crepuscolo.
Cani da guardiania per parchi, recinti. "I lupi non sono mostri sistematici – attacchi isolati, 70% da confidenza – ma il rischio per bambini è reale nelle espansioni lupesche".
Agnone insegna: la natura va rispettata, ma la sicurezza dei nostri figli è sacra. Ignorare la fame dei lupi significa invitarli a cena.
E il conto potrebbe essere salato.