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22/02/2025
Nel panorama normativo italiano, la questione delle armi disattivate solleva spesso dubbi tra collezionisti, appassionati di storia militare e semplici cittadini.
La disattivazione di un'arma da fuoco trasforma un oggetto potenzialmente pericoloso in un pezzo da collezione o da esposizione, ma ciò non significa che venga completamente escluso da ogni regolamentazione.
Quali sono le procedure per rendere un'arma inoffensiva?
La disattivazione di un'arma da fuoco deve essere eseguita da operatori professionali autorizzati, che apportano modifiche irreversibili ai componenti principali, rendendola inoffensiva.
Le procedure di disattivazione in Italia sono regolamentate dal Regolamento UE 2015/2403, in vigore dal 2016, che stabilisce standard rigorosi per garantire che l'arma non possa essere riattivata. Dopo la disattivazione, il Banco Nazionale di Prova rilascia un certificato di disattivazione, un documento essenziale che attesta l'irreversibilità delle modifiche effettuate. Inoltre, vengono apposti punzoni distintivi sulle parti principali dell'arma.
Le armi disattivate prima del 2016 non devono necessariamente essere adeguate ai nuovi standard, a meno che non vengano vendute o trasferite in un altro Stato membro dell'Unione Europea.
È importante sottolineare che le armi disattivate all'estero devono essere conformi alla normativa italiana per essere importate nel Paese.
Secondo la normativa italiana, le armi disattivate non sono più considerate armi e quindi non richiedono permessi specifici per la loro detenzione.
Non è necessario denunciarle presso le autorità di pubblica sicurezza, indipendentemente dal loro numero.
Tuttavia, è fondamentale conservare il certificato di disattivazione, poiché è l'unico documento che dimostra legalmente l'inoffensività dell'arma. In caso di controlli, la mancata esibizione del certificato potrebbe comportare sanzioni o problemi legali.
Un aspetto da non sottovalutare è che, pur non essendo obbligatorio denunciare le armi disattivate, la detenzione di munizioni rimane sempre soggetta a obbligo di denuncia, indipendentemente dall'uso o dallo stato dell'arma.
Le armi disattivate possono essere detenute liberamente in Italia, senza necessità di denuncia o permessi, a condizione che siano state disattivate secondo la normativa vigente e accompagnate dal relativo certificato.
È essenziale rispettare le procedure previste e conservare la documentazione per evitare problemi legali.
Chiunque voglia acquistare, vendere o importare un'arma disattivata deve verificare che sia conforme agli standard attuali, evitando di incorrere in sanzioni o complicazioni burocratiche.