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17/03/2025
In natura, le orate sono predatori carnivori che si nutrono di ciò che trovano nei fondali costieri, fino a 100 metri di profondità.
Grazie ai denti incisivi e molariformi, possono frantumare gusci duri, prediligendo molluschi come cozze, vongole e ostriche, oltre a crostacei come gamberi e granchi, ricchi di proteine.
Non disdegnano vermi marini, come i policheti scavati dai sedimenti, o piccoli pesci, come avannotti, quando capita l’occasione. In quantità minori, soprattutto da giovani o in periodi di scarsità, possono includere alghe o detriti vegetali, anche se restano carnivore per natura.
Questa dieta varia riflette la loro capacità di adattarsi a lagune, foci di fiumi o praterie di Posidonia.
Nelle maricolture, l’alimentazione cambia drasticamente: le orate ricevono mangimi artificiali studiati per ottimizzare crescita e salute. Questi includono farine e oli di pesce per proteine e omega-3, combinati con ingredienti vegetali come soia o grano per bilanciare i nutrienti.
Vitamine e minerali, come fosforo e calcio, sono aggiunti per un apporto completo, spesso sotto forma di pellet.
Rispetto alle selvatiche, le orate allevate risultano più grasse, con un sapore meno intenso, a causa del movimento limitato e della dieta abbondante.
L’età influisce sulla dieta dell’orata.
I giovanili, fino a circa due anni, si nutrono di zooplancton, piccoli crostacei e alghe, non avendo ancora la dentatura per prede più dure. Con la maturità, sviluppano una mascella possente e si concentrano su molluschi e crostacei, riducendo i vegetali e diventando predatori più specializzati.
Questo passaggio è un dettaglio prezioso per scegliere l’esca giusta.
Le orate sono cacciatrici voraci, attive da sole o in piccoli gruppi.
In natura seguono i cicli di marea, mentre in allevamento dipendono dagli orari di somministrazione.
La loro abilità nel triturare prede dure le distingue.
Per i pescatori, questo significa che esche come cozze, gamberi o vermi sono ideali per le selvatiche, mentre vicino agli allevamenti potrebbero funzionare imitazioni di pellet.
Osserva l’ambiente e adatta la strategia.
Le orate selvatiche si nutrono di molluschi, crostacei e piccoli pesci, con un pizzico di vegetali, mentre quelle allevate crescono con mangimi bilanciati.
Questa differenza ne definisce sapore e consistenza: una selvatica è un premio raro, un’orata di allevamento una conquista più accessibile. Ora che sai cosa le attira, preparati a lanciare la lenza!