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24/02/2025
Lo storno (Sturnus vulgaris) è un passeriforme dall’aspetto elegante e dalle straordinarie capacità adattative.
Questo uccello di medie dimensioni, caratterizzato da un piumaggio nero lucido con riflessi metallici verdi e viola, è celebre per la sua abilità nel formare spettacolari stormi coreografici, capaci di muoversi all’unisono creando incredibili giochi nel cielo.
Originario dell’Eurasia, lo storno si è diffuso in tutto il mondo, divenendo una delle specie più comuni nelle aree urbane e agricole.
È un uccello onnivoro e opportunista, capace di adattarsi a diversi ambienti, dai boschi alle città, fino ai terreni coltivati.
Sebbene il suo canto possa risultare melodioso e la sua presenza pittoresca, lo storno è spesso oggetto di polemiche per i danni che arreca all’agricoltura, in particolare alle coltivazioni di frutta, olive e cereali.
La sua straordinaria prolificità e la tendenza a formare grandi gruppi rendono difficile il suo contenimento, portando alla necessità di misure di controllo mirate.
In Italia, la caccia allo storno è vietata dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE, recepita dalla Legge nazionale 157/1992, che lo considera una specie protetta.
Tuttavia, data la crescente problematica legata ai danni causati da questi uccelli, il legislatore ha previsto la possibilità di adottare deroghe che consentano il prelievo venatorio limitato in specifiche condizioni.
Le deroghe alla caccia dello storno possono essere concesse dalle Regioni, nel rispetto delle seguenti condizioni:
Necessità comprovata: Le deroghe vengono concesse solo in caso di danni significativi alle colture agricole, documentati da studi e segnalazioni ufficiali.
Aree delimitate: Il prelievo può avvenire esclusivamente nelle zone colpite dai danni, come vigneti, oliveti e frutteti, e deve avvenire entro un raggio di 100 metri dalle coltivazioni.
Limiti di prelievo: Viene stabilito un numero massimo di capi abbattibili sia per cacciatore che su scala regionale, al fine di non compromettere la conservazione della specie.
Metodi consentiti: Sono permessi solo fucili a canna liscia con massimo due colpi, e l’uso di richiami vivi o artificiali è vietato.
La Regione Toscana è una delle più attive nell’applicazione delle deroghe per il controllo dello storno, data l’importanza economica del suo settore agricolo.
Per la stagione venatoria 2024-2025, la Regione ha autorizzato il prelievo in deroga dal 15 settembre al 15 dicembre, con un tetto massimo di 20.000 esemplari abbattibili.
Tuttavia, il 29 novembre 2024 è stata annunciata la sospensione del prelievo a causa del raggiungimento del limite stabilito.
Per la prossima stagione 2025-2026, le associazioni venatorie hanno già avanzato richieste per un innalzamento del tetto di prelievo, per meglio bilanciare la tutela della biodiversità con la necessità di proteggere le coltivazioni agricole.
Oltre alla caccia in deroga, vengono impiegati metodi non letali per ridurre l’impatto degli storni sulle colture:
Dissuasori visivi: Specchi, nastri riflettenti e sagome di rapaci.
Dissuasori acustici: Dispositivi sonori che emettono rumori molesti per allontanare gli uccelli.
Reti di protezione: Barriere fisiche installate su alberi e vigneti.
La gestione dello storno in Italia rappresenta una sfida complessa, in bilico tra la necessità di proteggere l’agricoltura e quella di rispettare la biodiversità.
La caccia in deroga si pone come un compromesso tra queste due esigenze, ma deve essere attuata con rigore e responsabilità.
Nel frattempo, il perfezionamento dei metodi di controllo non letali potrebbe offrire soluzioni più sostenibili per il futuro.