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28/03/2025
La caccia al fagiano è una delle attività venatorie più affascinanti e praticate, capace di mettere alla prova l’abilità del cacciatore e la qualità del suo ausiliare.
Questo volatile, noto per il suo volo rapido e imprevedibile, richiede strategia, conoscenza del territorio e attrezzatura adeguata per essere insidiato con successo.
Che tu sia un cacciatore esperto o alle prime armi, in questo articolo troverai consigli pratici su tecniche di caccia, scelta delle armi e delle munizioni, utilizzo dei cani da ferma e molto altro.
Preparati a vivere una giornata di caccia emozionante e proficua con le giuste strategie e attrezzature!
Prima di addentrarci nei dettagli della caccia, è fondamentale capire che tipo di animale è.
Il fagiano (Phasianus colchicus) è un uccello stanziale originario dell’Asia, introdotto in Europa fin dall’antichità.
Con il suo piumaggio variopinto, soprattutto nei maschi, e una coda lunga e affusolata, è uno degli animali più iconici della caccia.
Ma non lasciamoci ingannare dalla sua bellezza: il fagiano è astuto, sospettoso e un maestro della fuga.
Preferisce pedinare sul terreno, correndo veloce tra la vegetazione, piuttosto che volare, a meno che non si senta davvero in pericolo. Quando si invola, il suo frullo è fragoroso e improvviso, un’esplosione di penne che mette alla prova i riflessi di ogni cacciatore.
Si nutre di semi, frutti, insetti e granaglie, ed è attratto da ambienti misti: campi coltivati, prati, boschetti e zone con fitta vegetazione dove può nascondersi.
In Italia, la modalità più diffusa e amata è la caccia con il cane, che trasforma l’esperienza in un lavoro di squadra tra uomo e animale.
Il cane non è solo un ausiliario, ma il vero protagonista: la sua capacità di fiutare, inseguire e fermare il fagiano è ciò che rende questa caccia così affascinante.
Si parte di solito al mattino, ma non troppo presto, per permettere al cane di cogliere l’usta lasciata dal fagiano durante la pastura.
Quando il cane individua la preda, il cacciatore deve essere pronto: se il fagiano pedina, il cane lo seguirà in una “guidata”, costringendolo infine a involarsi.
Qui entra in gioco l’autocontrollo: il tiro deve essere rapido ma preciso, senza lasciarsi sorprendere dal frullo
Meno comune in Italia, ma ancora praticata in alcune riserve, è la caccia in battuta, nota anche come “drive all’inglese”.
In questa tecnica, i cacciatori si posizionano alle poste, mentre i battitori, spesso con l’aiuto di cani, spingono i fagiani a involarsi in gran numero.
È una caccia spettacolare, che richiede un’ottima mira, poiché i fagiani volano alti e veloci. La doppietta calibro 12 è l’arma tradizionale, con canne lunghe (70-76 cm) e strozzature strette, per affrontare tiri a lunga distanza.
La battuta richiede organizzazione e rispetto delle regole di sicurezza, ma regala emozioni uniche, soprattutto per chi ama il tiro sportivo.
Non tutti i cani sono uguali quando si tratta di cacciare il fagiano.
I cani da ferma, come il setter inglese, il bracco italiano e lo spinone, sono ideali per la loro capacità di individuare il selvatico e bloccarlo, permettendo al cacciatore di avvicinarsi.
Devono essere pazienti, metodici e resistenti, capaci di affrontare terreni difficili come roveti e macchioni senza perdere la concentrazione.
I cani da cerca, come lo springer spaniel o il cocker, sono invece perfetti per stanare i fagiani nei folti, spingendoli a involarsi.
La scelta dipende dal tipo di caccia: per la vagante servono cani equilibrati e versatili, mentre in battuta si privilegiano quelli con un’azione incalzante e un buon riporto.
In Italia, la caccia al fagiano è regolata dal calendario venatorio, che generalmente va dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre.
Le zone più redditizie sono quelle con habitat misti, dove il fagiano trova cibo e riparo. I
n Pianura Padana, specialmente in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, i terreni agricoli intervallati da boschetti e canali sono perfetti.
Le colline toscane, con vigneti e incolti, offrono ottime opportunità, così come le vallate umbre e marchigiane.
Gli appezzamenti vicino a colture di mais, grano o erba medica sono particolarmente promettenti, soprattutto se vicini a siepi o aree boschive.
Le riserve private, diffuse in tutto il Paese, garantiscono una presenza costante di fagiani, ma per un’esperienza autentica, i terreni liberi con selvatici naturali sono imbattibili.
Un errore comune è sparare troppo presto, quando il fagiano è ancora basso o troppo lontano.
Aspettare il momento giusto, quando è a tiro utile (entro i 40 metri), aumenta le possibilità di successo e rispetta l’etica venatoria.
Ma attenzione: il frullo del fagiano, con il suo volo scenografico e i colori sgargianti, può incantare anche il cacciatore più esperto.
Restare concentrati è cruciale: lasciarsi ammaliare da questo splendido animale durante il tiro significa rischiare di sbagliare. Autocontrollo e freddezza sono le chiavi per portare a casa il trofeo.
Cacciare il fagiano non è solo una questione di tecnica o di trofei: è un dialogo silenzioso tra uomo, natura e istinto.
Dalla scelta del cane alla pazienza nel leggere il terreno, fino al rispetto per un animale tanto astuto quanto magnifico, questa pratica racchiude tradizione, passione e un profondo legame con l’ambiente.
Che siate sulle colline toscane o tra i campi della Pianura Padana, ricordate: il vero successo non sta solo nel colpo andato a segno, ma nell’equilibrio tra l’attesa e l’azione, tra l’ammirazione per il fagiano e la sfida che rappresenta.
Armatevi di preparazione, autocontrollo e un pizzico di umiltà: la prossima alba potrebbe essere quella giusta per un incontro indimenticabile.